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La crudele verità dietro il Pollo Broiler

Ecco le terribili conseguenze dell’allevamento intensivo di polli che danneggiano l’uomo e l’ambiente

Da ormai diversi anni, il pollo broiler è al centro di numerose polemiche da parte di associazioni a tutela degli animali e di alcune testate giornalistiche. 

Ma nello specifico cos’è il pollo broiler? E perché tutto questo accanimento?

Le origini del Pollo Broiler

Facciamo un salto indietro nel tempo, più precisamente dopo la seconda guerra mondiale.

In quel periodo la carne di pollo era ancora piuttosto rara nell’alimentazione, e i polli erano tenuti solo da piccoli allevatori locali, o in un contesto familiare.

Con il passare degli anni però, il consumo di carne di pollo è aumentato vertiginosamente. 

Considerando le tempistiche lunghe di crescita dell’animale, era necessario trovare una soluzione adeguata per soddisfare l’incessante domanda.

E alla fine, decennio dopo decennio, selezione dopo selezione genetica, questa risposta è arrivata.

Il pollo broiler che conosciamo oggi, è una razza creata dall’uomo. Nata da modifiche genetiche per rispondere proprio a questa richiesta.

Ma cos’ha di così particolare?

Semplice, in soli 30-40 giorni il pollo broiler, anzi sarebbe più corretto chiamarlo pulcino, è già un adulto pronto da mangiare con un petto bello gonfio.

Attualmente circa il 90% dei polli da carne venduti, siano polli broiler, e sì:

  • Il pollo che acquisti in rosticceria molto probabilmente è un pollo broiler;
  • Il pollo che trovi nei banchi frigo del supermercato è un pollo broiler;
  • Il pollo che mangi nella stragrande maggioranza dei ristoranti, è un pollo broiler.

Ora, nonostante il pollo broiler sia una razza perfetta per le multinazionali poiché permette di rispondere alle esigenze di mercato, lo è un po’ meno per noi consumatori.

Perché?

Perché i danni provocati da questo tipo di allevamenti non colpiscono solo l’uomo, ma, come vedremo tra poco, anche l’ambiente e l’animale stesso.

Fonte Laurence Lewishttps://www.flickr.com/photos/10804692@N07/21723730939

Pollo broiler: 100% naturale, sano e allevato a terra… sul serio?

Quando acquistiamo la nostra carne di pollo, siamo (quasi) sempre molto attenti a controllare le etichette.

Cerchiamo di scegliere polli allevati a terra o all’aperto, magari “biologici”, vero?

Bene, ora ti svelo un piccolo segreto…

Quando si parla di allevamenti per la GDO (grande distribuzione organizzata: supermercati, market, grossisti del food per la ristorazione, ecc.) si tratta sempre allevamenti intensivi. 

Ma sappiamo bene che in questi allevamenti di solito vivono in media 40-50 mila polli broiler…

E allora queste diciture che trovi sulle etichette che senso hanno?

Beh, sfortunatamente sono solo bugie. E sai perché?

Perché questi polli possono anche vivere tutta la loro vita ammassati in capannoni, con una piccola porticina che dà su un lembo di terra (di un metro per uno) ed essere comunque considerati allevati a terra e all’aperto.

Senza contare che il pollo broiler, abituato alla vita al chiuso, finisce col preferire la luce artificiale e molto difficilmente uscirà all’esterno.

Ma non è tutto…

Pollo broiler: Una vita d’inferno

Vogliamo parlare delle condizioni di vita dentro un allevamento di quel tipo?

Il pollo broiler è costretto a vivere sui propri escrementi, si nutre di mangimi industriali e proteine animali, ed è sempre sotto costanti cure antibiotiche preventive.

Dal momento che non si può muovere per tutto il giorno e che cresce ad una velocità smisurata a causa del suo DNA modificato, dopo qualche settimana il suo scheletro non riesce più a sostenere il peso:

un petto mostruosamente ipertrofico gli rende di fatto impossibile stare in piedi senza sbilanciarsi, per non parlare poi della dolorosa deformazione degli arti che subisce sempre a causa dell’eccessivo peso.

I più sfortunati poi muoiono di ictus o infarto a causa della loro enorme massa, che il cuore non riesce a supportare.

I corpi rimangono così distesi sul pavimento insieme ai loro escrementi, causando di conseguenza infezioni o malattie negli altri polli broiler.

Sono queste le dinamiche che si verificano negli allevamenti che producono per la grande distribuzione.

Ora, alla luce di ciò, la carne di pollo che acquisti o mangi fuori a cena, ti sembra ancora 100% naturale, sana e genuina come vogliono farti credere?

Io ho i miei dubbi, e te lo dimostro subito…

Fonte Oikeutta eläimillehttps://www.flickr.com/photos/oikeuttaelaimille/49338322646/

Pollo broiler: qualità al giusto prezzo?

Le esigenze di mercato richiedono un pollo dal petto gonfio (visto come di qualità) e con un prezzo accessibile.

Il pollo broiler è la soluzione perfetta dal punto di vista del prezzo (molta carne pronta in poco tempo), ma vogliamo parlare della vera qualità?

La crescita troppo rapida, le spietate condizioni di vita e l’impossibilità di muoversi all’aperto, provocano nel pollo broiler delle miopatie che alterano la qualità della carne, come puoi vedere anche tu in questo studio.

Le alterazioni più visibili sono nel petto, più duro e legnoso con notevoli striature bianche di grasso (white stripping).

Inoltre data la crescita rapida, il loro corpo non riesce a fornire la giusta quantità di sostanze nutritive ai muscoli, causandone il degrado e la rottura delle fibre (visibile nel petto) detta carne a “spaghetti”.

https://youtube.com/watch?v=XkDqQBCpmhU%3Ffeature%3Doembed

Ora, pensi che avrai ancora voglia di acquistare quelle fettine “sceltissime” “di alta qualità” al banco fresco del supermercato?

O di proporre ai tuoi bimbi quei favolosi “100% naturali” bocconcini di pollo panati che tanto pubblicizzano?

Io, da quando ho scoperto queste cose, non li ho mai più presi in considerazione.

È palese che per rispondere a una richiesta di mercato sempre più opprimente, la situazione sia sfuggita completamente di mano.

Ma il guaio è che i danni non finiscono qui…

Terra, acqua e atmosfera: non c’è limite all’inquinamento 

Quando si parla di allevamenti intensivi, i danni all’ambiente sono un aspetto sempre presente.

Per farti un esempio, voglio condividere con te una vicenda realmente accaduta in un paesino delle Marche, pubblicata su AnimalEquity.

In questo piccolo comune di 3300 persone, da un giorno all’altro si sono ritrovati 12 capannoni con circa 2.200.000 di polli broiler.

Da qui è nata una vivace protesta contro la multinazionale responsabile di tutto ciò, per via delle numerose conseguenze sulla “vivibilità” del paese.

Quali?

Beh alcuni di questi danni (come la deforestazione) li abbiamo già approfonditi in questo articolo

Ad ogni modo, sappiamo tutti che gli allevamenti intensivi sono un crocevia di batteri, metalli pesanti e pesticidi, che finiscono inevitabilmente nell’ambiente.

Gli animali producono ogni giorno notevoli quantità di rifiuti ricchi di fosforo e azoto che se non eliminati adeguatamente, finiscono per riversarsi nel suolo che viene impoverito e nelle falde acquifere, dove questi rifiuti non si fermano, causando seri danni perfino alle biodiversità marine.

Senza dimenticarci delle notevoli quantità di gas serra che tutti gli allevamenti intensivi producono, come:

  • metano e protossido d’azoto, responsabili della riduzione dello strato di ozono; 
  • ammoniaca, che se in eccesso contribuisce ad acidificare le acque di oceani e laghi e a peggiorare la qualità dell’aria.

Ora, considerando le pessime condizioni di vita di questi poveri animali, la scarsa qualità della carne che ne deriva e al fatto che stiamo distruggendo senza tregua la natura che ci circonda, forse è il caso di trovare un’alternativa più sostenibile, no?

Fonte  Oikeutta eläimillehttps://www.flickr.com/photos/oikeuttaelaimille/49338574557

Una via più sostenibile al pollo broiler

Come ormai già saprai, ci piace condividere le nostre scoperte o le scelte che facciamo nel nostro ristorante Il Melograno, per un motivo ben specifico: la nostra missione è aiutare quante più persone possibili a capire realmente cosa mangiano tutti i giorni e aiutarle a diventare dei consumatori consapevoli.

Se è vero che quando andiamo al supermercato possiamo “scegliere” quale carne di pollo acquistare consultandone etichette e diciture varie (sempre ammesso che quanto raccontato abbia poi un riscontro reale), purtroppo è altrettanto vero che quando pranziamo o ceniamo fuori questo non è possibile.

Al ristorante spesso non conosciamo né l’origine né la provenienza della carne che abbiamo nel piatto, ed è un problema molto grave a parer nostro.

Potremmo scegliere di smettere di mangiare carne, certo, questa è una possibile via alla vera sostenibilità.

Ma anche senza percorrere per forza scelte radicali, ci sono altri modi per rendere la nostra quotidianità più sostenibile.

Per noi del Melograno è importantissimo condividere le nostre scelte (molto spesso considerate controcorrente) e la nostra filosofia con tutte le persone che riusciamo a raggiungere.

E’ un pezzo del contributo che vogliamo portare per l’ambiente.

Ad esempio, se ci segui sui social, sicuramente già saprai che la nostra carne di pollo è su tutt’altro livello rispetto al classico pollo broiler.

Una scelta sana e sostenibile

L’azienda che abbiamo presentato più volte nei nostri post su Facebook, ovvero l’Azienda Agricola Calligaris, è una realtà che dal 1960 tramanda tutta la passione e l’amore per gli animali e la terra.

Qui i polli, le oche, le faraone e altri animali da cortile, sono liberi di razzolare liberamente sotto il sole, in ampi recinti e seguendo un’alimentazione curata nei minimi particolari.

Fonte http://www.fattoriadicalligaris.it/produzione-allevamento-animali-da-cortile-friuli

Vengono infatti usati cereali come mais, soia, crusca e orzo – alcuni dei quali coltivati da loro -, senza utilizzare OGM o grassi animali.

Il loro pollo poi ha un ciclo di vita 3-4 volte più lungo del pollo broiler (che si espleta in soli 30-40 giorni), ovvero 110 giorni, addirittura sensibilmente più lungo di quello previsto dal disciplinare del Biologico (81 giorni).

Insomma, come vedi, un’alternativa più sostenibile e rispettosa dei cicli naturali esiste, e la trovi senza andare a cercare i soliti specchietti per le allodole come le diciture “all’aria aperta”, “benessere animale”, eccetera. 

La scelta sana e sostenibile la trovi proprio andando a cercare il piccolo allevatore del tuo territorio, ed è con queste realtà che a noi piace lavorare.

Nel nostro piccolo, compiendo queste scelte che vanno ben oltre il concetto di biologico, oltre a garantire una carne di qualità infinitamente superiore, crediamo fermamente di dare un piccolo contributo per la tutela dell’ambiente che ci circonda.

Tu cosa pensi di tutto questo?

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