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Esiste una dieta della longevità?
È quello che mi sono chiesta qualche giorno fa, mentre leggevo la notizia di un’arzilla signora friulana che si è spenta all’età di 103 anni.
Una dei tantissimi centenari della nostra amata regione.
Leggendo la sua storia, mi sono lasciata trasportare dalla curiosità, e ho iniziato a farmi delle domande sul perché determinate persone vivano praticamente una seconda vita, dopo la pensione.
Esiste un segreto o un elisir di lunga vita riservato a pochi eletti?
Ora, per l’elisir, non ho ancora trovato una risposta certa (magari continua a leggere i miei articoli e forse prima o poi condividerò la notizia 🙂 ), ma forse qualche segreto esiste…
Vuoi sapere qual è uno di questi?
Si chiama dieta della longevità, o almeno così la chiamano in tanti.
Attenzione però…
Per dieta della longevità non intendo un particolare stile alimentare, ma un insieme di scelte alimentari che insieme ad altri fattori, sembra possano contribuire ad allungare la vita.
Uno di questi fattori sicuramente è il posto dove si vive. Infatti ci sono certe zone dove è frequente arrivare a un’età a 3 cifre..
Le zone blu: dove si nascondono i centenari?
Nella mia indagine quasi ossessiva alla ricerca della dieta della longevità, mi sono imbattuta in uno studio condotto da 2 giornalisti del New York Times in collaborazione con National Geographic.
In questa ricerca o viaggio, hanno identificato una serie di località (per l’esattezza 5) chiamate zone blu, ovvero luoghi dove l’aspettativa di vita è molto più alta rispetto alla media mondiale.
Queste località sono: la regione dell’Ogliastra in Sardegna, Okinawa in Giappone, Ikaria in Grecia, Nicoya in Costa Rica e infine andiamo in California a Loma Linda.
In ognuna di queste località, i centenari affermano di prediligere determinati alimenti, ad esempio verdure, fagioli, patate, ovvero cibi naturali sempre ricchi di vitamine e preziosi minerali.
Ma non è questo il punto…
Non voglio focalizzarmi sul singolo alimento, anche perché non sono molto convinta che esista necessariamente un cibo migliore dell’altro…
Non voglio nemmeno focalizzarmi sul tipo di dieta, per lo stesso motivo.
A proposito, secondo questo studio pubblicato su Pubmed sulle abitudini alimentari dei centenari, sembra non esista un particolare modello alimentare che favorisca la longevità.
Ma allora qual è davvero il segreto della dieta della longevità?
Il segreto della dieta della longevità
Ti stupirà sapere che il segreto della dieta della longevità è…
…sotto gli occhi di tutti!
Alcuni dei centenari intervistati affermano che non contano le calorie, non usano integratori farmaceutici e non leggono nemmeno le etichette di ciò che acquistano.
Detta così, sembra veramente fantascienza, ma se vuoi approfondire la questione, ti lascio l’articolo direttamente dal sito Blue Zones.
Il segreto della dieta della longevità, non è nient’altro che semplice buonsenso.
Gli abitanti delle Zone Blu prediligono per la loro dieta della longevità, verdura e frutta di provenienza locale, coltivata come un tempo, possibilmente priva di pesticidi o altre sostanze chimiche dannose.
La maggior parte di queste persone oltretutto, verdura e frutta le coltivano nel proprio orto, ovviamente 100% biologico.
Sembra davvero che una delle abitudini di questi centenari infatti sia quella di coltivare l’orto da sé, producendo verdure sane e naturali proprio come si faceva in passato.
Lo sforzo fisico nel coltivare la terra, il contatto con la natura circostante e la sicurezza di mangiare prodotti coltivati con le proprie mani, sembra sia quasi un elisir di longevità, secondo alcuni.
E quel poco di carne e derivati che consumano, vengono spesso da animali allevati in cortile.
Chi invece non ha la possibilità di produrre a casa, cerca di acquistarli da contadini e allevatori locali che lavorano lontani dalle classiche logiche intensive.
Ovviamente va poi considerata tutta una serie di fattori che vanno a rafforzare la dieta della longevità, come lo stile di vita, lo stress, il minor consumo di alcolici, zuccheri e cibi spazzatura.
Ma quello che ho capito da tutte le mie ricerche, è che le persone che vivono più a lungo, nella maggior parte dei casi sono quelle che compiono determinate scelte.
Scelgono la qualità anziché la quantità, preferendo cibi naturali e genuini a quelli provenienti dalla grande distribuzione.
Una filosofia di vita che noi condividiamo al 100%.
La dieta della longevità: Uno sguardo al passato
Anche al Melograno abbiamo, in un certo senso, la nostra personale versione di menù della longevità…
Da sempre infatti preferiamo utilizzare materie prime coltivate o cresciute da piccole realtà locali, secondo i ritmi naturali della Terra.
Cosa significa?
Significa che rispettiamo la stagionalità delle materie prime, evitando di scegliere prodotti fuori stagione facilmente accessibili attraverso la grande distribuzione.
Più volte, in questi articoli chea abbiamo condiviso, abbiamo paragonato la nostra filosofia a un ritorno alle origini.
Un tempo passato, in cui i nostri nonni mangiavano il frutto di ciò che coltivavano con passione e amore.
Ancora ricordo quando da piccola gli anziani vicini di casa bussavano alla porta con cesti pieni di uova delle loro galline, e verdura e frutta squisite, appena raccolte. E la cosa più bella è vedere come oggi la stessa tenera abitudine la porti avanti mio padre con i miei figli.
Che enorme privilegio godere di simili esperienze!
Colori e profumi come non se ne vedono quasi più…
In passato non c’era sicuramente la varietà di scelta di oggi, ma quel poco che si poteva mangiare era sicuramente più sano e genuino di oggi.
Sia chiaro, non voglio demonizzare il presente, ma forse il fatto di avere una così troppa abbondanza di cibo, di poter trovare tutto in qualsiasi periodo dell’anno, ci allontana dall’idea di dieta della longevità.
E cosa più importante, ci fa perdere di vista il vero significato della parola nutrimento.
Dare importanza a ciò che mangiamo
Voglio concludere questo articolo sulla dieta della longevità con una piccola riflessione…
Nutrirsi, a parer mio, non deve significare solo riempire la pancia, ma riattribuire la giusta importanza a ciò che mangiamo.
Risvegliando tutte quelle sensazioni legate al cibo, ai suoi profumi, colori e sapori – cose che abbiamo un po’ perso – ci potremmo forse connettere in modo più profondo con noi stessi e con la terra che abitiamo.
Qualche giorno fa ad esempio, stavo preparando la colazione alle mie bambine…
Una fettona di pane del panettiere di fiducia che usa solo farina buona e lievito madre, con un velo di confettura di pesche preparata da mio padre con la fedelissima assistenza delle nipotine…
Tutto molto semplice: la gioia in un boccone!
I profumi dell’estate e la soddisfazione di sapere che quella marmellata è finita sulla nostra tavola anche per merito loro, per poter mangiare in modo sano, e con la “compagnia” del loro amatissimo nonno.
Mi piace pensare che ogni sapore abbia il potere di rievocare ricordi, e confido che un domani questi sapori riusciranno nel magico intento di riportare alla loro mente i momenti felici, così come è successo e succede un po’ a tutti noi.
Detto questo, ammetto che non sono stata del tutto sincera…
La questione della dieta della longevità, a dirla tutta, mi sta particolarmente a cuore per un motivo ben preciso.
Da alcune settimane Emma ha cominciato a chiedermi “ma tu e papà dove sarete quando io sarò nonna?”.
Beh, io non ho dubbi.
Ho tutta l’intenzione di essere ancora qua!
E tu, cosa pensi della famigerata dieta della longevità?